Delegare è difficile, delegare bene è veramente impegnativa. Ma la condivisione degli obiettivi fa la differenza. Delega pensando al risultato che otterrai!
Questa settimana ho intervistato una persona che ha affrontato questo passaggio con grande consapevolezza, Barbara Boaglio, che ci spiega l’importanza della condivisone dei valori e degli obiettivi.
Krisztina Fekecs: Ti presenti con qualche parola?
Barbara Boaglio: Sono Barbara Boaglio, torinese di nascita, monferrina da due anni e prossimamente toscana.
Vivo su una collina del Monferrato insieme a mio marito, che è un artista teatrale, due cane (nel senso di femmine) siciliane e adottate e una gatta che guarda tutti noi dall’alto in basso. Ho iniziato a lavorare presto, mi sono laureata lavorando e a un certo punto ho deciso di cambiare la mia vita per dedicarmi a ciò che amo fare.
Aiuto professionisti e imprenditori a ottenere il successo e a realizzare i loro sogni fatti di aziende sane, economicamente sostenibili e in grado di soddisfare le aspettative lavorative e personali dei titolari e dei dipendenti. Attraverso la gestione ottimale delle connessioni professionali rilevanti e la costruzione di una rete di relazioni solida e duratura, i miei clienti ritrovano il tempo da dedicare alla propria sfera privata e alle loro passioni.
Credo profondamente che nella nostra società la vera qualità della vita sia nell’equilibrio tra fare il lavoro che amiamo e goderne i frutti vivendo una dimensione privata soddisfacente.
KF: Da quanto tempo svolgi la tua attività?
BB: Sono dieci anni che mi occupo di marketing relazionale e che lavoro con gli imprenditori. All’inizio di quest’anno ho lanciato il mio blog.
KF: Come è cambiata nel tempo la tua struttura/gestione?
BB: Fino al 2014 ho lavorato con una struttura e poi ho deciso di staccarmi e lavorare in una sede distaccata. L’ho fatto perché avevo bisogno di ricavare il mio spazio e di migliorare la qualità della mia vita.
KF: Quando e perché hai pensato la prima volta a delegare?
BB: In realtà io ho iniziato come imprenditrice a 19 anni, quindi un bel po’ di anni fa, e subito ho compreso che mi sarebbe stato impossibile fare tutto da sola. Ti voglio parlare di come ho modificato la mia vita a partire dal 2015 perché le esperienze che ho avuto in giovane età ormai appartengono al secolo scorso!
Lasciare l’ufficio che avevo con i miei soci ha implicato la necessità di delegare alcuni aspetti di cui mi occupavo quando ero in sede. All’inizio ero preoccupata e poi, complice anche un periodo di difficoltà con le persone con cui stavo lavorando, ho imparato a prendere le distanze e a permettere alle persone di sperimentare.
Ho affrontato in modo completamente diverso la mia presenza sui social. Ho scelto due persone che se ne occupassero, una per i social e una per il blog e ho lavorato con loro.
KF: Come ti sentivi?
BB: Contenta poiché loro hanno competenze che non mi appartengono, curiosa perché cerco di capire i meccanismi e la “teoria”. Sono poco interessata a comprendere i tecnicismi di un blog o di Facebook, mi piace capire la strategia, poi lascio a loro la realizzazione.
KF: Come hai affrontato la prima esperienza? Eri scettica o fiduciosa?
BB: Da un lato so di affidarmi a delle professioniste, dall’altro ho un’idea in testa di cosa voglio per la mia comunicazione e quindi, pur essendo io una persona che ha fiducia negli altri, mi piace prima avere un confronto che mi assicuri che ci sia modo di coordinare le mie necessità e la possibilità tecnica di realizzarle.
KF: Quale task hai delegato la primissima volta?
BB: Ti faccio l’esempio della mia landing page.
Valentina Vandilli è la persona che mi ha seguito su questa parte del progetto. Lei è brava dal punto di vista tecnico, io mi sto approcciando in modo originale al mio progetto digitale perché seguo una strategia che voglio sia costruita su di me. Sono spesso alla ricerca dell’equilibrio tra l’aspetto tecnico (leggibilità su mobile, fruibilità del prodotto) e il mio essere fuori dagli schemi. Abbiamo lavorato a stretto contatto, all’inizio, perché lei potesse comprendere in quale modo io volevo comunicare.
KF: Avevi un piano per la procedura della delega?
BB: Sono stata avvantaggiata perché il piano lo aveva lei e mi ha guidato nelle fasi che le hanno permesso di avere tutte le informazioni necessarie.
KF: Come hai scelto le attività da delegare?
BB: Nel momento in cui ho deciso di andare on line ho provato a interessarmi di un mondo che mi era sconosciuto. Dopo i primi approcci ho compreso che se avessi dedicato il mio tempo a costruire la mia competenza, avrei sottratto energie ad altri progetti per me molto più interessanti. Per fortuna conoscevo già Valentina che aveva fatto con me un percorso e quindi mi sono rivolta a lei.
KF: Come hai gestito la comunicazione?
BB: Abbiamo lavorato un paio di mesi alla creazione del progetto. Ci sono stati momenti di difficoltà in quanto a volte è difficile esprimere un concetto che va applicato in un mondo di cui conosci poco le regole.
KF: E’ stata un’esperienza positiva?
BB: È stata un’esperienza molto positiva, in fase di realizzazione e che miglioriamo di giorno in giorno.
KF: Se sì, quale sarà la prossima attività da delegare?
BB: L’attività che delegherò a breve è l’aspetto contabile. Inizierò a breve a viaggiare parecchio tra la Lombardia e la Toscana e voglio tenermi il tempo per incontrare le persone, invece di fare i conti. Allo stesso momento poter avere sotto mano una situazione sempre aggiornata è fondamentale.
KF: Se no, hai riprovato con altre attività/persone e semplicemente hai rinunciato?
BB: Trovare la persona giusta è complicato. Per l’attività contabile ancora non ho identificato la persona giusta, credo che farò una prova a breve e poi deciderò.
KF: Che bilancio hai fatto dopo la prima delega in termini di tempo e soldi guadagnati?
BB: Delegare a una professionista è ovviamente differente dal delegare a qualcuno a cui devi insegnare. La vera differenza la fa la condivisione dell’obiettivo. Far comprendere come quell’attività si inserisca nel quadro generale, quale impatto avrà sul lungo periodo.
KF: Sei riuscita a stabilire una procedura per la delega? Come scegli la persona? Quale è la caratteristica più importante per te?
BB: Con il tempo ho imparato a smettere di cercare qualcuno per fare qualcosa. Sono passata al scegliere qualcuno che condivide i miei principi e ha interesse a portare a termine un compito.
Per me è anche importante comprendere cosa c’è per lui/lei di valore in ciò che farà. Se riesco ad andare incontro al suo quadro generale, so che avrà più passione nel supportare il mio.
KF: La delega come ti ha cambiato la vita e la tua attività?
BB: Mi ha permesso di dedicarmi a ciò che mi piace e in cui il mio impegno fa la differenza. Guarda anche adesso nella gestione del mio blog www.barbaraboaglio.it. Ho qualcuno che si occupa di pubblicare i post, abbinare le immagini e pubblicare anche su Facebook.
Io così posso concentrarmi sulla scrittura, attività che amo, e lavorare con i miei clienti alla realizzazione dei loro obiettivi.
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KF: C’è un dettaglio che gestiresti diversamente se potessi tornare indietro?
BB: Sinceramente credo che il passato sia passato. Guardo avanti e faccio tesoro di ogni esperienza per agire in modo migliore.
Il prossimo collaboratore sarà una persona che condivide i miei valori e che comprende quale differenza io voglio fare nella vita degli imprenditori e professionisti con cui collaboro. Sarà anche qualcuno che io posso aiutare a raggiungere un suo obiettivo.
KF: Cosa consiglieresti a una persona che sta valutando di iniziare a sperimentare la delega?
BB: Delegare è un’attività che impegna. Come molte altre attività, la si affronta con uno spirito diverso quando si pensa al risultato che questo produrrà. Il mio consiglio è che, nei momenti di difficoltà, ci si ricordi come potremo utilizzare il tempo che si libererà quando l’attività sarà delegata.
KF: Cosa pensi della fiducia?
BB: Che senza non si possa vivere. Ovviamente bisogna comprendere se la persona che hai davanti sia degna di fiducia. Se affronti il mondo considerando che tutti siano contro di te, credo che diventerà veramente difficile affrontare la delega. E anche la vita.
KF: Quale era il punto critico della collaborazione?
BB: Il punto critico è sempre lo stesso: tu hai in testa un progetto, una grande cattedrale. Alle persone che lavorano per te spieghi che il muro di mattoni deve essere tirato su a piombo. Loro vedono solo quella parte e, tutto sommato, magari pensano che sia stupido costruire un muro lì.
Per concludere posso condividere la vera svolta della mia vita è stata leggere un libro “4 ore la settimana” di Timothy (Tim) Ferris. Lo lessi all’inizio del 2015. Un libro dissacrante, fuori dalle righe, con alcuni suggerimenti borderline e che mai metterei in pratica dall’inizio alla fine. Eppure mi ha fatto pensare alla delega in un modo completamente diverso. Ve lo consiglio.