In Arte della delega / Interviste

Questa settimana ti presento Andrea Zanin

Un”inventore del web”, come ama definirsi, che tra molti progetti Web e blog ci racconta la sua arte della delega da Web Project Manager

 

Krisztina Fekecs: Ti presenti con qualche parola?

Andreas Zanin: Ciao, mi chiamo Andreas Zanin e mi definisco un “Inventore nel vasto mondo del web”. Ho realizzato progetti web piccoli, medi e grandi. Ho diversi progetti web avviati come il provider web Hosting Stak, KVA per realizzazione e sviluppo Web, Ok Forex  e Forex Trading Blog,  due blog sul Forex trading e investimenti, e altri progetti in sviluppo o in precinto di essere lanciati. Inoltre, ho collaborato con diverse realtà aziendali tra cui il Gruppo La Fabbrica come Web Project Manager e Radio Gold, grosso portale della provincia di Alessandria che vanta 1 milione di pagine viste al mese, di cui attualmente sono il Consulente Web. Insomma, non mi fermo mai.

KF: Da quanto tempo svolgi la tua attività?

AZ: L’amore per il modo tecnologico e del Web è nato quando per la prima volta, a 5 anni, mio padre mi mise davanti a un PC Olivetti – quelli in con schermo nero e caratteri verdi. Ovviamente non capivo nulla ma quel mondo in qualche modo mi ha da subito affascinato. Il mondo del web o comunque “l’Internet” dell’allora mi saltò davanti 4 anni dopo quando i modem a 56K iniziavano a fare le prime “vittime”, poi tutto il resto è storia.

Praticamente ho sempre svolto questa/e attività. Il mio primo sito web risale a circa 10 anni fa quando con Altervista.org (il noto portale di Hosting Web gratuito) ho preso il primo dominio. Ho iniziato così poiché ancora minorenne non potevo ancora acquistare un Web Hosting vero e proprio. Poco dopo ho iniziato a provare a remunerare qualcosa con Adsense e varie affiliazioni e nel mentre continuavo a sviluppare i miei piccoli siti web. In un secondo momento, quando ormai l’esperienza (se così si può chiamare) iniziava a giocare un ruolo importante ho cominciato a creare piccoli progetti web per terze persone.

Nel tempo, frequentando corsi e realizzando corsi per terzi (vedi Master University), partecipando a progetti, fondando progetti, “smanettato” con server e PC, facendo esperimenti sul web, aprendo e chiudendo blog di informazione sono qui con il mio “bagaglio a mano”.

KF: Come è cambiata nel tempo la tua struttura/gestione?

AZ: Nel tempo sono riuscito a migliorare la mia organizzazione e l’organizzazione delle persone che collaborano con me. Amo standardizzare tutto, sono molto orientato al Fordismo”, una filosofia che ti permette di creare una sorta di catena di montaggio. Molte volte è inutile inventare ogni volta la ruota, basta standardizzare tutto il più possibile per replicare quando serve, almeno per quanto riguarda i concetti base.

Attualmente sono ancora (se si può dire) freelance, ora come ora non vedo la necessità di creare una struttura “piramidale” come una vera e propria azienda. Gestisco tutto in remoto con strumenti anche gratuiti come Asana, Google Drive, Calendar e poco altro. A volte è inutile riempirsi di tools che ti promettono di aiutarti a migliorare la gestione del proprio lavoro/tempo e invece ti confondono la giornata lavorativa IMHO.

KF: Quando e perché hai pensato la prima volta a delegare?

AZ: Delegare è sacrosanto: ti aiuta a migliorare la produttività, a lavorare meglio. Nessuno è capace di far tutto. Se esiste qualcuno di valido e più bravo che ti può aiutare perché non farvi affidamento?

Penso di aver delegato la prima volta un lavoro per la grafica di alcuni elementi di un portale, forse il logo oppure parte della grafica, ora non ricordo. Dopodiché è facile, ovviamente, se le persone a cui deleghi sono professionisti e con un gran valore etico e morale.

Nel tempo ho migliorato questo aspetto offrendo anche strumenti e creando delle forme di collaborazioni continuative. Poi c’è poco da dire, se le persone con cui collabori sono tutti professionisti è difficile aver problemi, può capitare qualche incomprensione ma tutto si risolve con una call.

KF: Come ti sentivi?

AZ: Bella domanda, sicuramente affidare un lavoro ad una persona che non conosci ancora bene ti fa sentire poco sicuro. Specialmente in questo momento storico che capita a volte di lavorare con persone che probabilmente non vedrai mai nella tua vita.

KF: Come hai affrontato la prima esperienza? Eri scettico o fiducioso?

AZ: Di indole sono una persona molto fiduciosa e positiva. Devo ammettere però che le prime volte ero scettico. Come ho accennato prima, è sempre una specie di roulette russa ma fa parte del gioco. Se entrambe le parti lavorano bene le collaborazioni possono diventare continuative.

KF: Quale task hai delegato la primissima volta?

AZ: Penso la realizzazione di un logo per una grande azienda milanese ed è uscito proprio un gran bel lavoro.

KF: Avevi un piano per la procedura della delega?

AZ: Ovvio che si, in quei casi faccio il bravo account e cerco di recuperare più informazioni possibili in modo da far lavorare meglio il collaboratore. In questo modo non perdiamo tempo in domande oppure specifiche basilari, poi si tratta soltanto di valutare i dettagli. Cosa che capita quasi sempre.

KF: Come hai scelto le attività da delegare?

AZ: Delego parti di progetti cui non posso sviluppare direttamente per mancanza di know-how e perché non posso studiare la materia per mancanza di tempo, o semplicemente che non mi interessa imparare. Oppure, per il semplice fatto che ci sono persone più brave di me, che possono fare un’attività in modo migliore di me e in minor tempo.

KF: Come hai gestito la comunicazione?

AZ: Per quanto mi riguarda amo lavorare in remoto. Penso stia per finire il tempo in cui una persona doveva andare nello studio di tizio e parlare, parlare e trovare un accordo per fare una certa cosa. Abbiamo Internet, Skype, Mail, WhatsApp, Asana e tanti altri strumenti che ti permettono di comunicare direttamente – e a volte meglio – dalla tua scrivania.

KF: Era un’esperienza positiva?

AZ: Sicuramente positiva, ti permette di relazionarti con persone che la pensano in modo diverso, che arrivano da un altro mondo, con una formazione mentale differente dalla tua e che ti possono dare riscontri positivi su quello che stai creando.

KF:Se sì, qual era la successiva attività da delegare?

AZ: Ho delegato diverse attività come lo sviluppo web, la grafica, la produzione video, la creazione di advertising, la contabilità, lo sviluppo audio per video pubblicitari con speaker radio, la realizzazione di articoli in vari settori e tanto tanto altro.

KF: Che bilancio hai fatto dopo la prima delega in termini di tempo e soldi guadagnati?

AZ: Molte volte si tratta di investimenti su progetti e quindi anche sulle persone che lavorano al progetto. Su progetti per terzi cerco sempre di far rientrare qualcosa anche nel mio lavoro. Non saprei calcolare il bilancio in termini di tempo e soldi guadagnati, sicuramente delegare un lavoro ti permette di fare e concentrarti su altro, anche solo studiare una nuova strategia, pensare a come migliorare i propri progetti o semplicemente leggere il tuo blog.

KF: Sei riuscito a stabilire una procedura per la delega?

AZ: No, procedura no. Ogni collaboratore è differente, cerco sempre di passargli le informazioni e materiale nel modo migliore per lui. Ho capito che preparare quello che serve ad hoc migliora il risultato. Ogni professionista svolge un lavoro differente e quindi necessità di un tipo di lavoro diverso anche alla consegna di ciò che serve. Gli strumenti rimangono gli stessi nella comunicazione ma il materiale differente.

KF: Come scegli la persona?

AZ: Prima di tutto guardo il portfolio, disponibilità ed i social, già da Facebook si può capire molto di una persona e cerco su Internet se il suo nome è presente in altri progetti. E se non sono sicuro chiedo a persone che hanno già avuto modo di collaborare con lui. Non guardo assolutamente il CV o il titolo di studio, penso conti poco nulla oggi giorno, almeno per i progetti che seguo; contano i fatti. 

KF: Quale è la caratteristica più importante per te?

AZ: Sicuramente la professionalità, precisione e meno importante il fattore umano con i valori che vi ruotano attorno. Possiamo racchiudere parte della risposta in questa citazione: I dilettanti giocano per divertirsi quando fa bel tempo. I professionisti giocano per vincere in mezzo alla tempesta.” – Frank Capra

KF: Come ti ha cambiato la vita /la tua attività la delega?

AZ: Sicuramente migliorata, non dover pensare più ad alcuni aspetti di ogni progetto mi ha sicuramente aiutato ad aumentare il valore aggiunto che posso offrire e ciò che posso fare.

KF: C’è un dettaglio che gestiresti diversamente se potessi tornare indietro?

AZ: No, come già detto fa parte del gioco, tutto fa esperienza. In passato ho sbagliato ma sbagliare mi permette di non ripetere lo stesso errore in futuro. Ora penso di esser capace di riconoscere un professionista con cui poter lavorare e delegare, se in passato sbagliavo ora sarei capace di riconoscerlo.

KF: Cosa consiglieresti a una persona che sta valutando di iniziare a sperimentare la delega?

AZ: Sembra una frase fatta, ma di seguire il proprio istinto se qualcosa non ti convince cerca di capire cosa e perché e prova a cercare altro.

KF: Cosa pensi della fiducia?

AZ: Parte fondamentale di qualsiasi collaborazione, se non c’è fiducia non è possibile lavorare con nessuno.  Ovvio che mi devo fidare delle persone con cui collaboro.

KF: Qual è stato un punto critico della collaborazione?

AZ: A volte la chiusura mentale, il “non si può fare” oppure il “mi hanno detto che…”, bisogna essere sempre open-minded non preclusi in preconcetti belli e fatti. E’ necessario soddisfare il cliente o comunque trovare un punto d’incontro che possa far felici entrambe le parti.

 

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