Lavorare tra ” Le Rosse” – La mia esperienza in Ferrari
In un precedente articolo ti ho raccontato parte della mia esperienza in Ferrari Auto, un’azienda che non ha bisogno di presentazioni.
I tanti anni che ho trascorso “tra le rosse” mi inducono a testimoniare alcune situazioni che ho vissuto e che possono servire anche a te per riflettere su alcuni aspetti del mondo del lavoro.
Un team internazionale
In questo secondo post affronto il legame col territorio modenese di chi vi è nato e lavora a Maranello che si sposa con una nutrita presenza internazionale.
Lavorare con persone che provengono da tutto il mondo è oramai uno standard dentro i vari reparti di Ferrari.
Chiaramente io ne sono testimone diretta.
Molti anni fa, infatti, mi sono trovata a lavorare da straniera tra chi era Modenese e chi proveniva da un altrove più o meno lontano.
Lavorare con persone di diversi paesi e culture, può non stupire ma allo stesso tempo non è da considerarsi scontato.
La Formula Uno, sin dagli anni 70, ha portato professionalità straniere a confrontarsi e a collaborare all’interno dello stabilimento. Ha quindi abituato a lavorare con culture diverse chi invece era della provincia di Modena o di quelle vicine.
In questi ultimi anni, inoltre, la provenienza straniera è sicuramente aumentata fino a raggiungere anche i livelli più alti di organigramma.
Inutile dire che questo ha creato un mix di competenze e di culture e ha dato vantaggi a tutti: a chi proveniva da vicino ha consentito di avere una mentalità più aperta; e a chi invece proveniva da fuori, anche da molto lontano come me, di immergersi subito nel senso pratico e nel lavoro duro, imparando a “far del truciolo” come si suol dire in quel di Modena.
Il fondersi con chi è del posto e da anni lavora dentro, con chi ha sempre respirato l’aria della Ferrari (senza montarsi la testa per lavorare lì, ma badando a lavorare sodo, contribuendo a rendere un prodotto così prestigioso nel mondo), può solo far crescere chi arriva da lontano e anche da realtà più strutturate a livello organizzativo.
Una cosa che ho imparato
Negli anni in cui ho lavorato in Ferrari ho capito che bisogna immergersi con umiltà in una realtà atipica come questa.
Per me è stata un’esperienza assolutamente proficua. Ho conosciuto e lavorato con persone normali che fanno cose eccezionali e che cercano di dare giorno per giorno, come le formiche, il proprio valore aggiunto di competenza e metodica.
Penso che questo bilanciamento tra persone che provengono da tutto il mondo e persone di Modena sia da difendere anche negli anni futuri.
Perché? Perché manterrebbe Ferrari Auto ancorata al territorio e dotata di competenze provenienti da tutto il mondo ma “educate” sempre a Maranello.
Sarà forse questo uno dei segreti del successo e della popolarità di questo marchio? Io penso proprio di sì.