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Sembra scontato dirlo, ma lo ribadisco: una newsletter può essere una parte fondamentale della tua campagna di marketing.

Sapere come segmentarla è fondamentale per aumentare e migliorare la comunicazione con i propri clienti, ragion per cui in questo articolo ti darò alcuni consigli per gettare le fondamenta.

Iniziamo subito!

Come aumentare la portata con la segmentazione delle newsletter

Innanzitutto, facciamo chiarezza: che cos’è la segmentazione?

La segmentazione è la pratica di dividere una lista di e-mail in segmenti più piccoli in base agli interessi o alle attività degli iscritti. Questo consente di fornire contenuti personalizzati agli iscritti, che a loro volta aumentano il coinvolgimento e i tassi di conversione.

Più grande è la tua lista, maggiori sono le opportunità di segmentazione. Ma ogni lista, a prescindere dalle dimensioni, può essere segmentata in due categorie:

  1. abbonati attivi;
  2. abbonati inattivi.

Ai fini di questo articolo, un iscritto attivo ha aperto almeno una delle tue e-mail, mentre un iscritto inattivo può essersi iscritto ma senza avere mai aperto un’e-mail.

Nello specifico, la segmentazione può essere utile se si verificano problemi di deliverability.

Cioè?

I filtri antispam tengono conto dell’impegno degli iscritti (oltre che di molti altri fattori) quando bloccano le e-mail, quindi se gran parte della tua lista è inattiva, rimuoverla dagli invii regolari migliorerà il tuo tasso di recapitabilità.

Ma vediamo di scendere nel dettaglio.

Leggi anche: La gestione dello scadenzario ti porta via troppo tempo? Ecco come posso aiutarti

Come migliorare la segmentazione delle newsletter (e ottenere lettori più coinvolti)

Il processo varia a seconda della piattaforma, ma sarai in grado di segmentare facilmente le tue liste sia che utilizzi MailChimp, eMailChef, SendinBlue o qualsiasi altro servizio di distribuzione di newsletter.

Una volta creata una lista per gli abbonati attivi e una per quelli inattivi, è il momento di sperimentare.

Abbonati attivi:

  • falli sentire speciali premiandoli con contenuti esclusivi;
  • coinvolgili con offerte speciali e informazioni sugli eventi.

Abbonati inattivi:

  • offri loro lotterie, omaggi e sconti;
  • invia quiz e e-mail interattive;
  • concentrati su un chiaro invito all’azione;
  • suggerimento: considera la possibilità di creare una campagna automatizzata per coinvolgere nuovamente gli iscritti non appena diventano inattivi.

Vale la pena notare che lo stesso contenuto può essere inviato a entrambe le liste, ma inquadrato in modo diverso.

Aspetta, in che senso?

Se ad esempio hai un campione gratuito da condividere con i tuoi abbonati, potresti presentarlo come ‘regalo di ringraziamento’ agli abbonati attivi e come ‘campione gratuito’ al gruppo che desideri coinvolgere nuovamente.

Ma come assicurarsi che la segmentazione abbia avuto successo?

Una volta segmentata la lista e inviata la prima e-mail di reengagement, entra nella dashboard del tuo servizio di distribuzione di newsletter e dai un’occhiata agli strumenti di analisi.

Misura il successo delle campagne osservando i tassi di apertura e di clic su ogni invio e nel tempo. Puoi misurare l’efficacia dei tuoi contenuti misurando il tasso di clic-apertura (clic unici contro aperture uniche).

Se stai raggiungendo abbonati che non hanno mai aperto le tue e-mail, qualsiasi coinvolgimento è un miglioramento.

Ma la segmentazione non si ferma qui.

Puoi spostare i nuovi lettori impegnati nel gruppo degli abbonati attivi o creare un altro sottogruppo per questi lettori recentemente impegnati. Segmentare le liste in modo creativo può aprire la strada a ulteriori test in futuro.

A proposito…

Segmentazione newsletter: l’importanza dei test

Ogni campagna di e-mail marketing è diversa, quindi non saprai cosa funziona meglio se non sperimenti.

Una tecnica popolare per questo tipo di sperimentazione è l’A/B testing.

Se non ne hai mai sentito parlare ti spiego in due parole di cosa si tratta.

L’A/B testing (noto anche come split testing o bucket testing) è una metodologia che consente di confrontare due versioni di una pagina web o di un’applicazione per determinare quale sia la più performante.

Si tratta essenzialmente un esperimento in cui due o più varianti di una pagina vengono mostrate agli utenti in modo casuale e l’analisi statistica viene utilizzata per determinare quale variante ha un rendimento migliore per un determinato obiettivo di conversione.

L’esecuzione di un test A/B che confronta direttamente una variante con l’esperienza attuale consente di porre domande mirate sulle modifiche da apportare al sito web o all’applicazione e di raccogliere dati sull’impatto di tali modifiche.

Il vantaggio di questo tipo di test?

  • Si eliminano le congetture dall’ottimizzazione del sito web.
  • Permette di prendere decisioni informate sui dati, che spostano le conversazioni aziendali dal “pensiamo” al “sappiamo”.
  • Misurano l’impatto delle modifiche sulle tue metriche.
  • Hai la garanzia che ogni cambiamento produca risultati positivi.

Impostando delle variabili (oggetto, contenuto, tempistica, ecc.) che vengono inviate in modo casuale a un segmento delle tue liste, potrai facilmente vedere cosa risuona di più con i tuoi lettori.

Gli elementi che puoi testare sono:

  • oggetto: prova diversi oggetti, o aggiungi anche delle emoji, per confrontare quali ricevono più clic;
  • contenuti: seleziona diversi tipi di contenuti e confronta le percentuali di clic;
  • ora del giorno: si ottengono più clic per le e-mail inviate alle 10 del mattino o alle 8 di sera?

Ad ogni modo, è importante notare che le liste più piccole forniranno risultati meno accurati.

Indipendentemente dallo strumento di e-mail marketing utilizzato, assicurati di sfruttare tutte le funzionalità disponibili.

Ma c’è una buona notizia: non devi fare tutto questo in autonomia! Se hai bisogno di una figura che controlli e gestisca le newsletter al posto tuo, io ho la soluzione che fa per te!

Collaborando con me avrai la garanzia che il lavoro sarà affidato a mani esperte, il che significa che non dovrai:

  1. sottrarre del tempo prezioso che potresti impiegare nella crescita dell’azienda;
  2. assumere una persona che se ne occupi.

Infatti, la collaborazione virtuale non comprende i tipici costi di un dipendente, come stipendio fisso, ferie, malattie, permessi, maternità, utenze, ecc.

Cosa aspetti? Scopri come funziona!

Leggi anche: Creare un sito aziendale con WordPress è semplice se hai a disposizione un’assistente virtuale professionista

Conclusioni

In questo articolo abbiamo visto come segmentare la newsletter per raggiungere più potenziali lettori e coinvolgerli maggiormente.

Se però non hai il tempo materiale per occupartene, io posso aiutarti! Scopri il mio servizio di gestione newsletter.

A presto!

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